Paesaggi Umani_mostra di Stefano Babboni | 13 maggio 19:30

“Paesaggi Umani” è la raccolta di opere biografiche dell’artista visivo Stefano Babboni. Opening mostra _venerdì 13 maggio ore 19:30_ a Paleotto11, con presentazione e aperitivo.
La mostra sarà aperta anche nelle giornate di sabato 14 e domenica 15 maggio durante l’evento @pay to play_fiera d’arte ai margini.
”La ricerca è scrivere un alfabeto per comunicare con gli altri, dove le lettere sono un viso, un corpo, dei corpi, dei volti, delle foglioline colorate.”
Biografia
Cresciuto a Carrara, Stefano Babboni vive a Ferrara e lavora tra la città estense e Bologna. Proviene dagli studi delle arti visive accademiche e contemporanee, del balletto classico, del teatro-danza, della danza contemporanea, del tango argentino, e dall’aver dedicato molti anni di pratica, ricerca e studio all’educazione per l’infanzia e all’animazione.
È profondamente ispirato dal senso di ricerca per la metodologia lavorativa e formativa, che possa condurre l’individuo ad una collocazione di sé, libera e responsabile… “l’arte, in ogni sua forma per essere tale, dovrebbe avere un ruolo educativo”.
La sua personale ricerca di sintesi tra gesto pittorico e gesto danzato inizia con il ciclo di opere intitolato “Coreografie su tela” (2009), dove azioni corporee realizzate su tela ricoperta di fusaggine (legno carbonizzato) vi imprimono la propria traccia, ovvero l’impronta di sé in negativo.
La tecnica delle impronte corporee, dell’azione coreutica fatta reagire con un supporto ricoperto di legno arso, diviene poi gesto performativo con il progetto “Parete sensibile”, all’interno del Festival di arti visive e danza “The Wall”, NosadellaDue, Bologna (2011). La performance live dà origine ad un’opera murale permanente.
Segue nel 2012 la mostra e la performance live di “Coreografie su tela” presso Villa Abbondanzi, Faenza.
In seguito alla residenza artistica e laboratoriale presso il Teatro Ferrara Off (2016) ed alla mostra presso Cà la Ghironda ModernArtMuseum BO curata da Vittorio Spampinato (2017), la ricerca di Stefano muove verso le policromie ed il senso della composizione. Il corpo, ora miniaturizzato e sintetizzato su piccoli supporti di carta, si conclama nella ripetizione ed è attraversato da strappi, sovrapposizioni materiche, segni grafici, trasparenze. Di qui l’indagine si focalizza sull’epidermide, l’organo più superficiale ed esteso del corpo, sede dell’esperienza tattile, involucro sensoriale che funge da conduttore tra individuo e collettività. Nascono in questo modo i cicli “Piccole reazioni rosa pelle” (gessetti e crema, 2019), “Città di carne” (olio, matita e gessetti, 2020) e “A fior di pelle” (trucchi e crema, 2022).