Le residenze e le performance del festival La Campeggia FS
La campeggia FS, festival sperimentale mette al centro il processo artistico come nucleo centrale da condividere e questionare.
Gli/le artist* invitate quest’anno mostrano una ricerca precisa e puntuale che dimostra una grande vivacità nella scena culturale dei margini. Il festival offre residenze e opportunità di presentazione di lavori già conclusi, primi passi verso nuove creazioni o studi in attesa di ricevere feedback necessari per avanzare insieme.
Bassam Abou Diab
Performance Heaven’s Gifts _ Doni del cielo: Una celebrazione in tempi di genocidio, dove il significato di festa si confonde tra la gioia della sopravvivenza e il dolore della perdita. In quest'opera, Bassam invoca il potere del rituale e della celebrazione attraverso la danza e gli zagharid (ululati). Questi fragili strumenti di solidarietà e resistenza – dove canto e danza diventano necessità esistenziali – si oppongono ai meccanismi della cancellazione sistematica. Questi gesti celebrativi custodiscono la memoria, rivendicano la gioia e affermano un'umanità ribelle che si rifiuta di svanire. Sabato 7 giugno ore 19:30.
Ore 20:30 Incontro con il pubblico con Bassam Abou Diab mediatore Michele Pascarella
Claudia Caldarano
Artista attiva nel campo della performing art la cui ricerca si concentra sui messaggi politici che il corpo poetico può mettere a nudo attraverso azioni coreografiche e transdisciplinari. Diplomata in “Grafica d’Arte Incisoria” al Bisonte, “Attrice” alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, “Assistente Coreografa” con Micha e Marina Van Hoecke.
È stata selezionata come “regista” per "la finale" del bando della Biennale College Teatro Regia 2022 di Venezia e come coreografa per la Nid Platform Open Studios 2021. Tra i premi recenti 2021- 24 è finalista a CORTE OSPITALE FOREVER YOUNG e vince ORIENTE OCCIDENTE, CROSSING THE SEA, CURA, BODYSCAPE, KOMMTANZ, NU.DA LIVE! L’Italia dei Visionari/Kilowatt Festival, Residanza, Crashtest. È socia fondatrice e attrice del Teatro dei Gordi e di mo-wan teatro, cocuratrice del Deep Festival, è referente progettazione per IMPORT/EXPORT (vincitore bando Creative Europe), artista associata all'associazione di danza Nina e danzatrice per la compagnia Virgilio Sieni dal 2014.
“In ballo c’è tutto” Corpo, natura, resistenza. “In ballo c’è tutto” è una performance site-specific che esplora il ballo come esercizio di resistenza, relazione e presenza radicale nel paesaggio naturale. È una condizione esistenziale e politica: siamo sempre coinvolti, sempre in ballo. In un tempo di crisi, la danza diventa atto vitale e collettivo, una pratica di libertà e trasformazione. E allora, se siamo in ballo, balliamo.
Condivisione aperta e partecipata del processo creativo Giovedì 19 e Venerdì 20 Giugno ore 17:00-19:00 (gratuito su prenotazione)
“In ballo c’è tutto#1” Performance-restituzione fine residenza di e con Claudia Caldarano Sabato 21 Giugno ore 19:30
Amalia Franco
Laurea in Semiologia degli audiovisivi, con tesi pubblicata “Troppo fiso. Erotismo e pornografia”, presso l'Università di Bari. Consegue il diploma d’Attore e Aiuto Regista presso l'Accademia Internazionale di Teatro, Roma, nel 2013. Prosegue la formazione nell’ambito della danza e del teatro di figura.
“CORO. Una specie di popolo”
Nella commistione tra la danza, il teatro di figura e la parola, l’artista esplora il Coro come entità fisica, sentimentale e di pensiero. Nella sua manifestazione più evidente il Coro è una pacifica masnada di marionette dedita a un movimento continuo e mai uguale di salita e discesa, ascesi e gravità. Una specie di popolo - e qui la forma fisica trasuda in quella sentimentale - ma eterno, senza storia, come gli angeli o come la plebe. Nel Coro è impossibile distinguere ciò che è unico da ciò che è replica, ogni marionetta è sempre la stessa e testimonia sempre il coro attraverso la propria forma singolare di
creatura che striscia e che vola, canticchia e si contorce, muore e si eterna, nella grazia del sempre medesimo movimento di chi scende e chi sale. Le creature del Coro sono la forma di un sentimento comune, il punto d’incontro tra il pensiero sottile e la manifestazione della materia. Il cubo è lo spazio di quest’incontro: lo spazio nello spazio e il teatro nel teatro, l’artificio, specie di baracca di marionette, oggetto cosmologico, solido platonico tragico nella sua immobilità e macchina teatrale che muove e danza le figure.
In questo andirivieni tra oggetti fisici, sentimentali e di pensiero, tra il visibile e l’invisibile, tra l’uno e i tanti, tra il cielo e la terra, avremo una guida, il Poeta, o il Buffone, specie di Caronte zoppo, che attraversa questo inframondo materico fatto di figure e parole d’amore.
“CORO. Una specie di popolo” Performance danza e figura Giovedì 19 Giugno ore 20:30
POETRY GROUND
Poetry Ground è un collettivo di ricerca costituito da numerosi giovani attivi nel panorama internazionale delle arti performative (Italia, Spagna,Francia, Belgio, Germania, Repubblica Ceca). Uniti dall'interesse verso l'improvvisazione, desiderano portare avanti un lavoro orizzontale di ricercaperformativa con la composizione istantanea, attraverso cui dare spazio alle varie forme di linguaggio ed espressione di ciascuno - danzacontemporanea, teatro, canto, musica, circo. Questo approccio valorizza un lavoro di gruppo fondato su un profondo senso di ascolto, accoglienza,rispetto e fiducia, in cui la piena espressione individuale è nutrimento, ricchezza e supporto collettivo: un sistema, dunque, che funziona solo grazieall'acuta partecipazione e sensibilità di tutte le parti. Dopo aver praticato assieme nel progetto di studio Landscapes for Composition 2023-2024,considerata la sensazione comune di sintonia e complicità creativa, hanno espresso il desiderio di continuare assieme la ricerca a livello performativo.Sono così approdati ad una prima residenza artistica con performance finale aperta al pubblico presso Company Blu, dove si è consolidato il collettivoe l’intenzione verso una pratica performativa site specific, nomade e itinerante, che consenta di arricchire l’immaginario comune di luoghi ed esperienze specifiche, e di affinare la loro poetica.
Performance di danza in improvvisazione POETRY GROUND Giovedì 10 Luglio ore 20:30 Restituzione di fine residenza Sabato 12 Luglio ore 19:30
Silvia Galletti
Mi occupo di ricerca coreografica perché mi interessa la corporeità, non solo umana, la materialità dei corpi e delle loro relazioni con tecnologie e ambiente. Tra il 2022 e il 2024 la mia ricerca coreografica è stata sostenuta da “Incubatore CIMD Danza”, durante il quale ho realizzato Dear Chatbot (2023), una performance partecipativa e interattiva coprodotta dai festival MILANoLTRE, Festival Danza Estate, Festival Più che Danza. Attualmente mi sto dedicando al progetto VANISHING MANIFESTO (2024),in cui mi esercito a sparire mentre studio i ghiacciai. Tra il 2021 e il 2024 ho lavorato come danzatrice con la compagnia Taiat Dansa (Valencia), nei lavori di Meritxell Barberà e Inma Garcia, Ismael Ivo, Rachid Ouramdane. Insegno Yoga, collaborando a volte con parchi, aziende agricole e guide escursionistiche. Mi sono laureata in filosofia (2021), in arti performative (2022) e attualmente mi sto laureando in antropologia culturale (2025), con un progetto di ricerca etnografica che si sta dedicando al ritiro dei ghiacciai alpini
VANISHING MANIFESTO è il progetto di una lecture performance pensata per parlare di sparizione e invisibilità negli “spazi della scena” che, per definizione, sono dedicate all’esibizione e alla visibilità. Strutturando come l’occasione di dare vita a un inventario coreografico di esercizi di sparizione, la performance si articola come discorso a tre voci tra i tre corpi in scena che, interagendo con il pubblico, attivano e confidano gli esercizi di sparizione raccolta e studio. Tra Villi, ghiacciai, archivi e altrə espertə di sparizione, le tre performer si muovono nei campi semantici dell’evanescenza, dell’opacità, della sbiaditura nel tentativo di mediare la percezione del gruppo verso lo spettro dell’invisibile. Attivando giochi immaginativi e fiction materiali- semiotiche, che permettano di interagire con le trasparenze o con ciò che sembra non esserci, la performance procede in maniera rigorosa e giocosa nel portare a termine il proprio paradossale compito: manifestare la/le sparizione/i.
LINEE DI SVILUPPO: alcune note
-Metodologicamente la ricerca procede in maniera pseudoscientfca: inventare metodi per costruire esercizi di sparizione diversi, testarli e metterli alla prova, raccoglierli in un inventario coreografico (sia quelli riuscita, sia quelli falliti).
-I piani di lavoro sono stratificati e molteplici, si intrecciano senza escludersi a vicenda. Si può intendere la sparizione da un punto di vista somatico, anatomico, corporeo, verbale, metacoreografco, immaginativo, poetico, scientifico ecc...
-La ricerca e lo studio degli esercizi di sparizione procede simultaneamente in maniera singolare che corale nel gruppo di lavoro, con l'obiettivo di dare vita ad un inventario coreografico collettivo.
-Il pubblico testimonia, accoglie, assiste e talvolta partecipa ad attivare i giochi di sparizione.
-Il formato lecture performance permette di cercare un tono diretto, funzionale, funzionale, pseudo-divulgatvo, immaginativo, giocando con il paradosso e l’ossimoro intrinseco a tuta la poetica del lavoro, e che il titolo stesso suggerisce: VANISHING MANIFESTO.
(Al momento non è previsto l’uso di slide o proiezioni.)
-L’ossatura drammaturgica del lavoro potrebbe essere riassunta in: “divulgazione di un inventario coreografico di esercizi di sparizione”. La struttura scenica potrebbe per tanto essere di volta in volta variabile, adattandosi al contesto specifico.
Fabula Speculativa “Vanishing Manifesto”Performance-restituzione fine residenza Domenica 14 Settembre ore 19:30